Ma che splendido esempio di alta formazione governativa ci ha regalato la segretaria all’Istruzione Linda McMahon! Quando ha deciso di minacciare Harvard con la sospensione dei fondi federali, evidentemente non immaginava che la sua missiva sarebbe diventata essa stessa oggetto di una lezione – non di diritto costituzionale o di autonomia accademica, ma di grammatica elementare.

Il presidente di Harvard Alan Garber deve aver guardato con incredulo divertimento la lettera intimidatoria ricevuta dalla rappresentante dell’amministrazione che, ironia della sorte, dovrebbe sovrintendere all’istruzione nazionale. Poiché nulla insegna meglio dell’esempio, Garber ha trasformato la minaccia in un’opportunità didattica, restituendo il documento corretto in rosso come farebbe un insegnante di scuola media con il compito di un alunno particolarmente distratto.

Che meravigliosa metafora della nuova America trumpiana: l’amministrazione che brandisce il proprio potere con una mano mentre con l’altra semina errori grammaticali come coriandoli a un carnevale dell’ignoranza. Si potrebbe dire che Harvard ha risposto non solo nel merito, ma anche nella forma – una forma che rivela quanto la sostanza dell’intimidazione sia fondata su basi fragili quanto la sintassi della McMahon.

In fondo, cosa c’è di più appropriato? Un’università che risponde a chi la vuole mettere sotto ricatto politico dimostrando esattamente perché l’istruzione dovrebbe rimanere libera dall’interferenza di chi non padroneggia nemmeno gli strumenti basilari della comunicazione scritta.

La prossima volta, magari, l’amministrazione Trump farà correggere le proprie minacce prima di inviarle. O, ancora meglio, potrebbe semplicemente iscriversi a qualche corso base di Harvard – sempre che i fondi federali lo permettano ancora.​​​​​​​​​​​​​​​​